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I Four Sea Interludes da “Peter Grimes”, op. 33a (1945) di Britten, risultano, sotto la direzione di Alessandro Crudele, un brano descrittivo coerente, reso con una gamma coloristica ricca e varia.

★★★★


La Philharmonia Orchestra diretta da Alessandro Crudele riesce a rendere in modo superbo questi magnifici brani orchestrali.

Anche la qualità della registrazione è eccellente. Vi farà sicuramente venire le lacrime agli occhi in una piovosa domenica mattina.

9/10


Quella di Britten è un’opera infallibile, che necessita solo di un’esecuzione incisiva e di una direzione attenta, che qui trova entrambe le cose. Ci sono diverse ottime letture di questa musica. Quella di Crudele tiene loro testa.


Crudele arriva a questa seconda registrazione per Linn Records dopo una precedente e ben accolta dedicata alla musica di Ottorino Respighi. […] conferma la sua propensione verso una ricercata esaltazione della trama coloristica delle partiture che affronta […]
Soprattutto i quattro splendidi quadri che Britten dedica al Mare del Nord con un’orchestrazione a tratti mozzafiato si prestano a uno spettacolare e brillante tour de force che la Philharmonia Orchestra porge con trasparenza e naturalezza massime.


Alessandro Crudele […] è il direttore perfetto per Respighi.

Ascoltate come la London Philharmonic risponde a Crudele nello scintillante primo movimento di uno dei pezzi più famosi di Respighi, Pini di Roma.

Il più impressionante, almeno per me, è il notturno, il terzo movimento, “I Pini del Gianicolo”.

È un’esecuzione davvero incantevole, l’LPO è al suo meglio.

Arrivate per i Pini, ma restate per un viaggio in Brasile e per incontrare la regina Belkis. Esecuzioni straordinariamente vive, accuratamente scolpite, eseguite brillantemente.


Alessandro Crudele anima la Philharmonia Orchestra in un’esecuzione lucida e finemente disegnata, i colori orchestrali brillano, le immagini emergono, i personaggi vengono alla ribalta.

★★★★★


Crudele ha il merito di non ignorare la natura bifronte degli Interludi, trattandoli sì come pezzi orchestrali puri, con tutta la cura di cesello che ne deriva, ma senza obliarne la teatralità connaturata, anzi, marcando la loro carica evocativa dalle stille guizzanti che aprono l’”Alba” o dal colore orchestrale che va rischiarando battuta dopo battuta nel “Chiaro di luna”. È infatti un incontro felice quello tra Alessandro Crudele, che racconta nel minimo dettaglio la pagina, e la Philharmonia Orchestra […]

★★★★


Molto buona è anche questa esecuzione di Crudele, orientata a cogliere il contrasto di colori fra i quattro pannelli con capillare accuratezza e un ammirevole senso dell’atmosfera espressiva, potendo contare su un’orchestra di indiscutibile valore e sulla notevole qualità della ripresa del suono.

★★★★


Il terzo movimento “Chiaro di luna” è molto bello e si distingue per la sua delicatezza.

I movimenti fluenti di Crudele sono il suo punto forte. La fragilità di “Dawn” bilancia la robustezza di “Storm”. E ascoltate come, in quest’ultimo, Crudele mette in evidenza le molte, moltissime finezze della partitura di Britten.

Crudele trova ancora una volta una moltitudine di dettagli nella partitura che spesso passano inosservati.


L’alternanza di poesia e dramma di ‘Dawn’ è catturata in modo memorabile […].

★★★★


La profondità, la chiarezza e l’equilibrio raggiunti qui sono impeccabili e il finale è meravigliosamente liberato e cacofonica. […] l’omogeneità delle sezioni degli archi e la sonorità degli ottoni sono particolarmente impressionanti, ma ogni sezione dell’orchestra è impeccabile. […] non riesco a immaginarlo suonato in un modo migliore.


Il violino e l’orchestra offrono un suono nobile e una tendenza alla fusione simbiotica […] in modo simpaticamente non agitato e trasparente dal punto di vista orchestrale, finché Crudele non sa come lasciare le redini al momento giusto nel finale.


È una registrazione eccellente, non si perde un dettaglio… è una Domenica mattina più calda di altre, ma la tempesta ha ancora denti feroci”.


[…] sono le qualità di scrittura dei Pini, il raffinato poema romano di Respighi, a suggerire una lettura di incisiva bellezza. Senza retorica, senza cedimenti al facile “impressionismo da ponentino”; piuttosto con un’attenzione alle tinte così diverse di ogni numero e all’originale strumentazione d’autore. Originale in quanto non smette di suggerire prospettive inaspettate agli interpreti che, come Crudele, sanno leggerla con umile ma matura e precisa tensione espressiva e levità poetica.


Un’energia a cascata e brillanti dardi di luce soffondono la vista del direttore Alessandro Crudele su Villa Borghese… Le trame sono leggere ma pulsanti, con risposte iper-attente da parte degli esecutori della London Philharmonic.

I “Pini del Gianicolo” hanno una sensualità sontuosa, … e nella “Via Appia” Crudele rende abilmente l’avvicinamento dell’esercito consolare interessante quanto il suo arrivo, la processione che evolve in piacere, non un insensato assalto di decibel.

Crudele colpisce ancora una volta dando ai solisti lo spazio per esprimersi e allo stesso tempo marcando con fermezza i grandi momenti d’insieme. In Belkis questi si presentano nella “Danza guerresca” e nella “Danza orgiastica”, dove l’LPO esegue le complesse sincopi con una precisione impressionante.

★★★★


Ecco dunque che il disco d’esordio di Alessandro Crudele, alla guida della London Philharmonic Orchestra, oltre a essere un gran bell’ascoltare, va a tappare una falla. E soprattutto lo fa con gran classe. Il Respighi di Crudele è coloratissimo e virtuosistico, estroso quanto cangiante […] In ciò lo aiuta un’orchestra che di duttilità, e soprattutto di qualità, ne ha da vendere. E quel che si ascolta è dunque un Respighi che coniuga a una lucidità di analisi radiografica, una discorsività sorgiva.

★★★★


Qui, Alessandro Crudele è un amministratore davvero sapiente, che lavora con un istinto sicuro e resiste alla tentazione di rincorrere l’effetto appariscente applicando troppo colore.


Il direttore italiano Alessandro Crudele conosce a fondo questo mondo sonoro. Con la sua abile orchestra londinese, non scivola mai nella facile spettacolarizzazione, in modo da mettere in mostra tutti i colori e le sensazioni che questa musica offre.

★★★★


Le Impressioni brasiliane vengono lette in modo suadente, con i clarinetti e il fagotto striscianti che suscitano un brivido nel movimento centrale, che raffigura la collezione di serpenti velenosi che Respighi incontrò durante una visita all’Instituto Butantan di San Paolo.


Crudele elabora gli aspetti tranquilli, sensuali ed esotici di questa musica meglio di Muti, in modo più convincente. […] Grazie Linn per questo bel disco!


I Pini di Roma di Respighi sono il pezzo forte, ma gli altri due brani sono, a mio avviso, delle rarità a confronto che meritano di essere indagate: Impressioni brasiliane e Belkis, Regina di Saba, una delle ultime opere di Respighi per grande organico. La suite in quattro movimenti di Belkis è eseguita in modo eccellente dalla London Philharmonic Orchestra diretta da Alessandro Crudele.


Il Concerto per corno di Mozart ha dimostrato di essere un balsamo per le anime devastate dall’impatto del Coronavirus. L’orchestra e Alessandro Crudele hanno dato al solista tutto lo spazio per esprimersi al meglio

La Württemberg Philharmonic Orchestra aveva già dimostrato di essere agile nella Suite Ceca […]

Piena di temperamento, l’orchestra si è presentata qui, con un ingresso incandescente dei violoncelli.

Dopo molti sviluppi rubati e stretti, il tutto si è concluso in modo convincente, vissuto nei contrasti di danza e ancora una volta tirando fuori tutti i registri in termini di suono.


Alessandro Crudele è stato convincente con la sua direzione elegantemente toccante.

Con le “Danze di Galánta” di Zoltán Kodály, l’orchestra ha dimostrato di non aver perso la passione di suonare. Sotto la direzione di Alessandro Crudele, le danze ungheresi, che alternano calma sospensiva, assoli di fiati espressivi ed estasi selvaggia, sono diventate una festa orchestrale di ritmi e colori scintillanti, coronata da un finale furioso.


Crudele ha diretto con generosa verve ed gesto elegante, pacatamente umoristico.


Delizia per le orecchie degli amanti delle esecuzioni filologiche

Era per via della sala? Era per merito del direttore d’orchestra? L’orchestra che ben conosciamo suonava in modo diverso, come se avesse fatto un salto ad un livello superiore.


Lunghi applausi per il solista, il direttore e l’orchestra hanno concluso questo Operngala, affascinante sotto tutti gli aspetti.


A volte alcuni concerti ci conquistano fin dalla prima battuta. È il caso dell’ultimo concerto dell’Orchestra Sinfonica della Radio Televisione Serba, diretta dall’italiano Alessandro Crudele. […] L’orchestra ha risposto chiaramente bene al direttore italiano che, soprattutto nei brani di Bottesini e Dvorak, è riuscito a creare insiemi suggestivi ed efficacemente incisivi. È stato un concerto di successo con due solisti di spicco, un’orchestra ben preparata e un direttore giovane e di talento.


Con un gesto chiaro della mano sinistra indicava ai musicisti ciò che voleva, portando a interpretazioni bellissime. […] La tranquillità del secondo movimento della sinfonia [quarta di Brahms], il fuoco del terzo, lo hanno rivelato come un maestro del suo campo. […] Alessandro Crudele ha evocato un bel Mozart con reminiscenze storiche.


… e questo, a maggior ragione, con un carismatico direttore d’orchestra sul podio! È stata un’interpretazione davvero sorprendente – eppure senza alcuna traccia di ostentazione.


Nella seconda parte del concerto, la Sinfonia n. 5 “La Riforma” di Mendelssohn (1830), […] si è rivelata un’altra gemma di questa serata musicale. […] Alessandro Crudele ha anche colto le caratteristiche più potenti e allo stesso tempo più sensibili della RTS Symphony Orchestra, facendo appello a entrambe le dimensioni.